Scherzi a parte, la ceramica qui a Montelupo rappresenta una risorsa storica, artistica, lavorativa, sociale e di aggregazione talmente fondamentale che organizzare la Festa che la celebra qualche volta diventa davvero un rompicapo.
(Il tragico file senza fine della Festa Internazionale della Ceramica 2014) |
Leggenda vuole che le prime Feste della Ceramica, all'alba degli anni novanta, fossero talmente importanti e coinvolgenti da prevedere una data di inaugurazione ma non una di termine. Insomma, i montelupini a Giugno si facevano un'abbuffata di ceramica e decidevano di tornarsene a casa solo e soltanto quando le scorte di argilla erano finite, i torni consumati e la birra di tutti i punti ristoro diventata calda - in pratica una specie di Woodstock della ceramica. O almeno noi Civilupi, tutti troppo giovani all'epoca, ce la immaginiamo così.
Negli anni sono poi intervenuti vari fattori, che hanno direzionato la Festa verso cambiamenti più o meno evidenti. Il più eclatante è stato forse quello del 2013, anno nel quale, a causa di un'esigenza di riduzione dei costi a fronte del mantenimento di una qualità elevata, è stata presa la drastica (e maldigerita, ahimè, da molti montelupini) decisione di portare la durata della Festa a soli tre giorni.
Quest'anno ci lavoriamo anche noi del Servizio Civile, e nonostante alcuni di noi abbiano già avuto esperienza di progettazione di eventi, la Festa della Ceramica è una cosa a sé. La sensazione è quella di avere puntati addosso gli sguardi di un'intera comunità. E, a Montelupo, la comunità è nota per avere sguardi particolarmente, ehm, accurati. Metaforicamente parlando, stiamo anche noi costruendo il nostro personale vaso in ceramica, che alla fine dovrà stare in piedi, non avere crepe e magari essere pure bello da vedere.
L'evento è previsto per Giugno, ma la Festa la stiamo già organizzando da mesi e ancora i punti di domanda sono moltissimi: quanti giorni durerà? Faremo orario continuato? Come concilieremo il bisogno di internazionalità della Festa con la volontà di celebrare l'idea di un prodotto locale, nato e portato avanti in una piccola città della Toscana? Ce la faremo a fare tutto con un budget sempre più ridotto? Ne usciremo senza farci venire un grave esaurimento nervoso? O per lo meno restando vivi? Lo scopriremo solo vivendo (e rimanendo sintonizzati su Civilupo).
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