sabato 19 aprile 2014

Cibi indigesti che abbiamo ingurgitato a Pasqua

 
Oggi è Pasqua, e noi di Civilupo abbiamo deciso di tenere compagnia ai nostri lettori con due agghiaccianti racconti di cibi tremendi che i parenti ci hanno propinato ai pranzi delle feste. Tutti noi abbiamo un parente che cucina sugna, e tutti noi siamo costretti a mandarla giù. E se ora vi sentite come un cobra che sta digerendo un topo intero, fatevi coraggio: siamo con voi.

Il primo racconto è di Camilla più vecchia, che scrive: "L'insalata russa anni ottanta della prozia, classico irrinunciabile di ogni pranzo con famiglia di mia madre, che pur essendo figlia unica ha quaranta cugini e almeno il quadruplo di zii. Di solito viene servita come antipasto, così gli ospiti nuovi capiscono subito che disgrazia è stata essere stati invitati. Immaginatevi una cofana da tre quintali di maionese (maionese industriale, chiaramente, fatta dalla Kraft con uova in polvere e olio di motore), nella quale galleggiano variopinti sottaceti, cipolline all'agro, verdure lesse e, giusto per dare consistenza al tutto, uova e tonno, che tra l'altro non si capisce cosa c'entrano con l'insalata russa. Buona è buona, eh. Però ci vogliono tre settimane a digerirla. E poi ti frega tutto il pranzo: una volta che te ne sei ingollato un piatto, dopo che cavolo ti mangi? La frutta e a letto. Secondo me questa insalata ha causato almeno un divorzio: il parente acquisito della coppia non la voleva più mangiare e ha preso una decisione drastica".

Il secondo racconto è di Ludovico: "Poi ci fu la volta in cui la madre decise di preparare la pastiera napoletana. Senza un motivo apparente. Anche perché in famiglia -da fine ‘700 in poi, ma i documenti sono lacunosi- nessuno è nato più a Sud di Quercegrossa. Nemmeno i parenti acquisiti. In ogni caso la decisione era stata presa; a nulla valsero proteste e minacce. Quindi, alla fine di un pranzo che Trimalcione in confronto è un ragazzo, in uno scenario apocalittico, fatto di rutti soffocati mica sempre e gente stravaccata sui divani, tra colombe, schiacciate di Pasqua e uova di ogni tipo, dimensione e gusto, arrivò in tavola anche la pastiera. Fu portata con un muletto noleggiato appositamente dal magazziniere del Conad. Una leggera crosticina nascondeva una puddinga dal peso specifico del basalto, con asteroidi canditi legati da un magma rassegato di ricotta. L’assaggio -ovviamente non facoltativo- diede il colpo di grazia a bambini e anziani, i cui deboli stomaci non ressero l’urto di quel piombo. Gli inevitabili avanzi dell’abominio sono ancora disseminati in alcune zone della Terra. Pare che ormai neanche il diamante riesca a scalfirli. Alla loro durezza è associata ad una certa elasticità, cosa che li rende ricercatissimi materiali da costruzione per strutture antisismiche".

Buona Pasqua a tutti! Burp.

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